Posted on giu-24-2010
I maori della Nuova Zelanda
Di seguito una utile guida per conoscere meglio questo meraviglioso popolo prima di intraprendere il vostro indimenticabile viaggio in Nuova Zelanda Il popolo maori discende da alcuni gruppi di polinesiani che, circa mille anni fa, iniziarono a abbandonare le proprie terre per stabilirsi in Nuova Zelanda. Seguirono successive ondate di “coloni” che, gradualmente, svilupparono una propria cultura fino a forgiare l’attuale identitĂ del popolo maori. PeculiaritĂ della societĂ maori è la suddivisione in tribĂą, caratteristica che ancora oggi riveste una sua rilevanza. L’origine ed il nome della tribĂą deriva dall’antenato che accomuna tutti i membri che ne fanno parte. A volte, due o piĂą tribĂą, sono unite dal fatto di essere discendenti dai coloni giunti in Nuova Zelanda con la stessa canoa e, pertanto, ci si trova di fronte ad  un  gruppo familiare esteso. La struttura sociale maori è fortemente gerarchica e misogina; i ruoli di comando sono tramandati essenzialmente per via ereditaria. All’interno di una tribĂą i compiti sono ben definiti. Gli uomini devono preparare il terreno, pescare, costruire canoe, fare la guerra, disegnare i tatuaggi e intagliare sculture, mentre le donne seminano, estraggono i molluschi, cucinano. Solo quest’ultime e gli schiavi, catturati durante le battaglie con tribĂą nemiche, possono tessere e cucinare. PeculiaritĂ tipicamente maori, che non ha riscontro nella natura pacifica degli antenati polinesiani, è il carattere bellicoso di questo popolo che trova una valida spiegazione sociologica nel fatto che, di fronte al progressivo aumento demografico, i maori soni costretti a cercare nuove terre da coltivare. Altra prerogativa tipicamente maschile è la religione, che presenta molte affinitĂ con quella polinesiana, e dove il sacerdote ha il compito di comunicare con gli dei, di officiare ai riti, di tramandare la storia degli antenati, le leggende e i canti. Luogo sacro per eccellenza è il “marae” che inizialmente indicava lo spazio verde di fronte alla casa per le assemblee, mentre oggi viene utilizzato, in un accezione piĂą ampia, per accorpare tutti gli edifici circostanti. L’ingresso ad un “marae” è consentito a tutti, purchĂ© si rispettino determinate consuetudini come togliere le scarpe e lasciare offerte qualora sia stata data ospitalitĂ sotto forma di cibo e bevande. Senz’altro pittoresco è il rituale di benvenuto che si compie all’interno. Il visitatore e le persone del luogo devono salutarsi con grida, canti e dialoghi per rendere omaggio agli antenati prima di poter interagire reciprocamente scambiandosi strette di mano e facendo pressioni sul naso. Questa singolare usanza, conosciuta con il nome di “hongi”, rappresenta lo scambio del respiro vitale e richiede una o piĂą pressioni con il naso e non vi è, come erroneamente si pensa  o si vede nei film, alcun strofinamento o  bacio sul naso!. Altro aspetto molto importante della cultura maori, è l’utilizzo dei canti e nenie come veicolo per tramandare ai posteri la storia; come anche gli aborigeni d’Australia, infatti,  i maori non utilizzano testi scritti e tale loro consuetudine, è stata spesso erroneamente tacciata dall’uomo bianco, come totale assenza di cultura. Altra caratteristica tipicamente maori che, ai giorni nostri, è molto studiata ed apprezzata, è la consuetudine a disegnarsi tatuaggi sul corpo. Tale usanza non ha, come erroneamente si può pensare, una valenza estetica quanto un significato di appartenenza ad un determinato ceto sociale. Infatti, piĂą i tatuaggi sono gradi e ricoprono il volto e ampie parti del corpo, piĂą sta a significare che quel determinato uomo è di rango elevato. Discorso a parte, come al solito, va fatto per i tatuaggi femminili: le donne, infatti,  possono portarli solo sulle guance e sulle labbra. Oltre che per i tatuaggi, siamo soliti riconoscere questo popolo per i fantastici e suggestivi spettacoli di danza che sono in grado di eseguire con urla e concitati movimenti. Tali “danze” altro non sono che canti di guerra che precedono la battaglia e i danzatori con quei strani e violenti movimenti simulano di prendere a pugni la testa di qualche nemico e di ridurne i resti in polvere, battendo forte i piedi. Anche se la cultura maori è, ai giorni nostri, quasi completamente soggiogata dal florido mercato turistico e i discendenti di questo popolo si sono ormai integrati nella societĂ , l’orgoglio di appartenenza al clan ancora sopravvive e viene tramandato con la musica, la danza, la letteratura e la pittura. L’arte, in tutte le sue espressioni, ancora una volta dimostra di essere un abile vettore, non solo per tramandare ai discendenti la cultura dei loro antenati, ma anche per farla conoscere al resto del mondo. |