Posted on ott-28-2010
Il prossimo viaggio in Australia
Libere considerazioni riguardo l’organizzazione di un prossimo viaggio nel meraviglioso continente dei canguri, valutando anche l’opzione di inserire una sosta in qualche cittĂ dell’esotico Oriente Non ho mai smesso di sognare di ritornare in Australia, ma il lavoro, gli impegni ed il poco tempo a disposizione, mi fanno sempre posticipare il mio nuovo “sbarco” in terra australiana. Per certo so che questa volta il viaggio sarebbe sicuramente diverso: ho piĂą anni, un marito ed un minore spirito di adattamento dettato anche dal fatto e, molti concorderete con me, che arrivati agli anta si inizia ad avere piĂą difficoltĂ fisica a recuperare le “giornatacce”. Da ultimo, si è aggiunta da poco una nuova fastidiosa variabile che, un po’, fa le bizze con il mio passato di temeraria ed instancabile viaggiatrice: incomincio ad aver una gran “strizza” di volare ed il pensiero di dover restare tutte quelle ore sopra le nuvole, mi preoccupa un po’, nonostante i segni della croce, le preghiere e l’energica stretta di mano a cui costringo, in caso di turbolenze, mio marito. Fiduciosa di riuscire a superare questi iniziali ostacoli, sono sicura che tutto sarebbe ugualmente affascinante, quasi come se fosse un nuovo primo viaggio… Così, ogni tanto, mi diletto a buttar giĂą un itinerario in grado di toccare le destinazioni ancora non visitate (l’Australia è immensa!) e di ritornare in quelle che mi hanno davvero toccato il cuore. Da ultimo c’è la nuova costante “marito” da non trascurare: come posso tralasciare egoisticamente alcune importanti destinazioni australiane solo perchĂ© io le ho giĂ viste? E poi vi è la questione delle soste intermedie da scegliere per spezzare il lungo viaggio dall’Italia all’Oceania che sono assolutamente da considerare. Sì, lo ammetto, non riuscirei piĂą a fare tutta una tirata da Roma o Milano fino all’Australia; certo vi sono gli scali tecnici, ma ugualmente mi stancherei molto e soprattutto starei troppo in tensione. Questa volta, ho deciso: il prossimo viaggio in Australia deve contemplare sia all’andata che al ritorno uno scalo in oriente. Ho giĂ un idea: Hong Kong mi attira molto per il suo fascino esotico misto ad un forte retaggio di dominazione britannica che sicuramente ha lasciato segni indelebili. Non so, forse mi sbaglio, ma visitare Hong Kong mi darebbe l’idea di essere in Cina, (perchĂ© ora è nuovamente Cina), ma non troppo! Non perchĂ© non sia interessata a questo altro immenso Paese quanto perchĂ© non è l’obiettivo prioritario di questo mio viaggio. Alla Cina bisogna dedicare sufficiente tempo e studio e non si può sbarazzarsene in due miseri giorni. Fermarmi ad Hong Kong mi darebbe come l’idea di iniziare a cogliere le sfumature per poi essere in grado, spero in un futuro non così lontano, di saper apprezzare tutto il quadro. Altra sosta in Oriente che mi alletta è Singapore che non ho mai visitato, ma qui nascono i primi dubbi. Chi dice che è favolosa e la descrive come un brillante “melting pot” di tradizione e super tecnologia, chi invece che è solo una cittĂ cosmopolita in continuo movimento. Non saprei proprio a chi dar ragione… Visitando Singapore on-line ho avuto modo di apprezzarla e di scoprire attrazioni di cui non ero a conoscenza. Non parlo, della panoramica ruota che ti consente di vedere dall’alto tutta la cittĂ e che ormai possiamo trovare in molte cittĂ europee come, ad esempio, Londra, ma dell’isola di Sentosa, del giardino botanico dove è possibile ammirare 60.000 specie di orchidee oltre al pittoresco albero “cannone” con frutti, in stagione, che sembrano e pesano, appunto, come un cannone, della vivace Chinatown o della induista “Little India” e delle sue tanti riserve naturali come quella di Bukit Timah che si trova a soli, pensate, 12 chilometri dal centro cittadino. Trattasi di una favolosa ed estesa foresta primordiale dove è possibile vedere uccelli esotici, farfalle, scimmie, scoiattoli, lemuri volanti e tanti altri animali. Che dire… ne vale la pena? Io direi di sì e mi permetterebbe di rilassarmi e di apprezzare nello stesso tempo una realtĂ decisamente diversa da quella di casa. Sono, però, combattuta se scegliere quest’ultima cittĂ , mai vista, oppure ritornare nella caotica, super umida, ma affascinante Bangkok. Qui saprei giĂ come muovermi e soprattutto mi farei delle gran scorpacciate di cucina thai che è, credetemi, squisitissima. Sono riuscita a far ricredere anche mio marito, fan sfegatato delle tagliatelle alla bolognese e della costata di manzo, rigorosamente al sangue e sempre doverosamente accompagnata da un buon vino rosso. Infatti, seppure controvoglia, giusto per il quieto vivere coniugale, lui ha acconsentito tempo fa ad assaggiare la cucina Thai e l’ha molto apprezzata. Certo, bisogna sapere scegliere, non tutto può piacere al palato europeo, ma in generale è buona, saporita il giusto e leggerissima. Per intenderci, mi sembra, dopo un’ora, di aver nuovamente la pancia vuota! Dopo queste curiose ed opportune digressioni su dove fermarmi prima e dopo, è ora giunto il momento di “centrare” l’atterraggio nella tanta amata e bramata Australia. Che dire? O meglio: Dove arrivare? A seconda della compagnia aerea e, soprattutto, della tappa intermedia prescelta, gli aeroporti di arrivo papabili sono Darwin, Perth o Sydney. Sì, il mio prossimo viaggio in Australia deve assolutamente includere queste tre cittĂ dalle quali poi si snodano innumerevoli e meravigliose opportunitĂ di visitare mondi e realtĂ a dir poco incredibili. Darwin è la prima della lista perchĂ© ancora non la conosco e, soprattutto, perchĂ© da questa tropicale cittĂ all’estremo nord dell’Australia, bagnata dal Mar di Timor, potrò finalmente addentrami nei favolosi Parchi Nazionali del Northern Territory e nella leggendaria Arnhemland. E sarĂ un’avventura nel viaggio, sicuramente da organizzare in campo tendato, insieme ad esperta guida locale rigorosamente in lingua inglese, anzi australiana, per meglio calarsi nella parte. Sì, nonostante le piccole scomoditĂ che il dormire in una spartana tenda con bagni in comune può comportare, questa esplosione di natura allo stato puro, dove ancora è vivo e forte il legame con le tradizioni del popolo aborigeno, assolutamente stonerebbe con un eventuale rientro serale in hotel. Si perderebbe il senso e la storia di queste lussureggianti terre abitate, da oltre 40.000 anni, dagli aborigeni in totale armonia con la natura circostante. Coccodrilli, uccelli dai mille colori, gole profonde, prorompenti cascate che si gettano in piscine naturali dall’acqua cristallina, panorami sorprendenti, stupendi siti d’arte rupestre che ritraggono in modo sorprendente la storia naturale, sociale e culturale di questi luoghi, devono essere “vissuti” e non solo “visti”. Imparare dalla tua guida a riconoscere le pianti medicinali o quelle utilizzate come alimento, chiacchierare alla sera intorno ad un fuoco invece che isolarsi guardando la TV, dormire sotto un cielo stellato da cartolina, svegliarsi al “cantico degli uccelli”, entrare in contatto con le comunitĂ aborigene locali quali i Maningrida, i Nhulunbuy e i Gunbalanya, sarĂ come compiere un emozionate tuffo nel passato remoto, come cimentarsi in una vita alla “Tarzan” o, per restare in tema, alla “Crocodile Dundee”! Dopo questa prima avventura in Australia, inizio giĂ ad avere alcuni dubbi sulla prossima tappa. In considerazione della posizione in cui si trova Darwin, per non fare un’inutile e piĂą costoso “sali e scendi”, sarebbe opportuno volare a Cairns o nel Deserto. Lasciando quest’ultimo in stand-by, opterei per la tropicale Cairns, condizioni climatiche permettendo. Sì, la scorsa volta, vi ero capitata sul finire del periodo delle piogge e, nonostante, non abbia “beccato” davvero del bruttissimo tempo, l’umiditĂ era insopportabile, molte zone al nord non erano ancora raggiungibili e, variabile non di poco conto, le famigerate “jellyfish” ancora davano del filo da torcere ai bagnanti. Magari questa volta vorrei un po’ rilassarmi al sole di Palm Cove o di Green Island, fare una mini crociera su un meraviglioso catamarano sulla famosa Great Barrier Reef, ritornare a Cape Tribulation dove la barriera quasi arriva a lambire la milionaria foresta di mangrovie e, perchĂ© no, osare anche piĂą a nord alla scoperta di terre ancora piĂą selvagge e meravigliose in cui il turismo ancora non è arrivato. Tutto il Queensland sarebbe da vedere e rivedere, ma ci vorrebbero mesi se non anni. Certo che, una breve incursione nell’Outback, allontanandosi dalle panoramiche strade litorali e addentrandosi verso l’interno, non sarebbe male. Si possono trovare valide soluzioni di soggiorno in fattoria dove potrei per qualche giorno calarmi nella vita di un tipico cowboy o, meglio, cowgirl australiana! Altra destinazione, nella mia inesorabile discesa lungo la East Coast, che mi piacerebbe visitare nuovamente è Fraser Island senza disdegnare una, anche se fugace, tappa alle Whitsunday Islands. Fraser Island è la piĂą grande isola di sabbia al mondo, con un centinaio di laghi di acqua dolce dei quali, alcuni, addirittura sono sospesi, con una prorompente foresta pluviale e maestose dune che finiscono in acque cristalline. A me è ha dato l’idea, la prima volta, di un parco giochi naturale dove cimentarsi in elettrizzanti discese in sandboard oppure, piĂą semplicemente, farsi spingere dalla corrente di un ruscello compiendo avvincenti gincane fino alla foce o, ancora, sfruttare gli orari piĂą opportuni della bassa marea, per calarsi in rigeneranti piscine naturali, per non parlare, poi, dei tanti relitti che s’incontrano sulla spiaggia a distanza d’uomo e che ti fanno fantasticare di pirati e fantomatiche cacce al tesoro. Ultima, ma non per importanza, è la favolosa fauna locale dell’isola con i suoi famigerati dingo, i tanto temuti squali e le piĂą simpatiche, almeno per me, balene che trovano nelle acque circostanti un perfetto luogo di ristoro durante la loro stagionale migrazione. Quest’isola solitamente è fuori dal classico circuito turistico, direi quasi che è piĂą per amatori, ma io la caldeggio vivamente, e chi mi è stato ad ascoltare, è ritornato pienamente soddisfatto. Dopo Fraser Island, eviterei di fermarmi sulla Gold Coast nonostante sia così famosa ed acclamata. Sinceramente a me non è piaciuta tanto, è molto turistica, il mare è spesso mosso, decisamente adatto ai surfisti, ha una miriade di hotel che si ergono, per me un po’ troppo maestosi, sul litorale; insomma, non è la spiaggia piccola e poco affollata che piace a me. Non a caso, infatti, la Gold Coast è stata ribattezzata la “Rimini australiana”. Logicamente, se avessi tutto il tempo che voglio, sono sicura che mi fermerei anche a Surfers Paradise o giĂą di lì, magari cercherei localitĂ nelle vicinanze meno conosciute, spiagge piĂą selvagge e mi addentrerei anche un po’ all’interno. Riepilogando, lasciata la piĂą grande isola di sabbia al mondo, punterei direttamente su Sydney via pullman (sono abbastanza comodi e, se viaggi di notte, riesci a “farti passare piĂą velocemente” le circa 17 ore di viaggio!) o via aereo da Brisbane, decisamente un’alternativa piĂą comoda e veloce. Sì, non si può evitare di fermarsi qualche giorno a Sydney che per me è la vera capitale dell’Australia. Questa cittĂ cattura tutti: il suo ordine geometrico, il suo verde, la sua meravigliosa baia, i suoi pittoreschi mercati Vintage, i suoi vivaci quartieri a “luci rosse”, l’immancabile Chinatown, le sue rinomate spiagge, le ville sulla costa, tutto è splendidamente al suo posto. Assolutamente non mi perderei una visita o piĂą visite al chiassoso e colorato “Fish Market” che si trova proprio dietro Darling Harbour. Qui, non solo il pesce, sempre freschissimo, viene pescato e scaricato tutti i giorni, ma è anche possibile scegliere il trancio di pesce che piĂą si preferisce, vederlo cucinare sotto i propri occhi e, poi, andarlo a consumare direttamente in uno degli appositi tavolini allestiti all’esterno. Davvero sfizioso, no ? Da ultimo, un po’ come le altre cittĂ australiane che sono, tutte, di recente costruzione, Sydney è veramente facile da visitare sia a piedi che con i mezzi pubblici. Fortunatamente anche mio marito la pensa come me anche se, dopo un po’ che giriamo, inizia silenziosamente a guardarsi intorno alla ricerca di un pub da propormi per una rigenerante sosta. I Pub in Australia, come in Inghilterra, sono aperti anche al mattino e sono un po’ come le nostre vecchie osterie. Non ci vai solo per bere la birra, ma per parlare, assaggiare il piatto della casa, giocare a freccette, insomma è un luogo di ritrovo a 360°, decisamente da provare. Oltre a visitare la cittĂ di Sydney, mi piacerebbe ritornare alle Blue Mountains dove, le scorse volte ho sempre trovato brutto tempo e non ho mai potuto vedere le famose “Three Sisters” che erano nascoste da una nebbia quasi da Pianura Padana. Altra escursione che assolutamente vorrei fare, è quella alla rinomata Hunter Valley, costellata di una miriade di case vinicole dove è possibile fermarsi per assaggiare vini e prodotti alimentari locali. Solitamente sono super attrezzate anche con ristorante interno che propone ottimi menu degustazione magistralmente abbinati ad altrettanto ottimi vini. Per gli appassionati o semplici curiosi è sicuramente un piacevole sosta da tenere in considerazione senza contare, poi, che tutta la zona è, dal punto di vista naturale, molto bella. Dopo Sydney, incomincio ad avere seri problemi in quanto vorrei tanto fermarmi qualche giorno a Melbourne, che è davvero una vivace cittĂ dalle mille iniziative, sia culturali che sportive, oltre ad avere meravigliose aeree verdi, attrazioni da visitare e favolosi dintorni da esplorare. Lo stesso dicasi per la piĂą raccolta e graziosa Adelaide, all’estremo sud dell’Australia alla quale, purtroppo, per via del tempo sempre tiranno, solitamente non viene dedicata la dovuta attenzione. Infatti, ci si ferma giusto una notte prima o dopo la visita alla vicina Kangaroo Island e/o quando si è in procinto di partire per un ben piĂą impegnativo viaggio nell’Outback. Mi piacerebbe dilungarmi qualche giorno lungo la meravigliosa Great Ocean Road, ma sarò costretta a volare diretta su Perth nel selvaggio West Australia. Qui è tutta un’altra musica…., anzi tutto un altro genere di vita, decisamente piĂą rilassato rispetto all’East Coast. Io a Perth ci sono giĂ stata ed ho apprezzato il suo ordine, la sua tranquillitĂ , le sue infinite spiagge deserte e pulite, il suo centro intimo e allo stesso tempo animato che è possibile visitare a piedi o a bordo di efficienti bus cittadini rigorosamente gratuiti. I giardini Botanici, Kings Park, la lussuosa King Street per gli amanti dello shopping, i quartieri alla moda, soprattutto nelle ore notturne, come Subbiaco, i graziosi caffè lungo le rive del fiume Swan, gli edifici storici come la famosa “Zecca”, la rinomata Galleria D’arte dell’Australia Occidentale, la vicina e meravigliosa Rottnest Island o la storica cittadina di Fremantle e tante altre attrazioni potrebbero tenermi impegnata in cittĂ per tanti giorni. Avendo, però, giĂ in programma di spostarmi a circa 1.200 km piĂą a nord, per trascorrere qualche giorno di puro relax all’interno del meraviglioso Parco Nazionale di Ningaloo Reef, sarò costretta a solo ad una fugace sosta a Perth giusto il tempo per prendere un altro volo interno per Exmouth. Noleggiare un’auto e coprire a tappe tutta la lunga distanza fino a Ningaloo Reef, sarebbe sicuramente avvincente ed indimenticabile, ma ci vorrebbero come minimo 3 giorni in piĂą che io non ho. Infatti, è mia ferma intenzione godermi un meritato soggiorno di puro relax in questo paradiso naturale, conosciuto ed apprezzato per le sue calme e protette acque, le sue sconfinate spiagge di sabbia bianca e le sue centinaia di specie di pesci e coralli. Nelle acque piĂą profonde, addirittura, è possibile incontrare i leggendari dugonghi, simpatici delfini, tartarughe e razze. Da marzo a giugno, inoltre, gli squali balena visitano questa zona mentre, tra giugno e settembre, è la volta delle balene. Per chi, come me, è alla ricerca di una vacanza al mare, in zone ancora selvagge ed incontaminate, lontane dal turismo di massa, Ningaloo Reef è la soluzione piĂą azzeccata. Come tutte le aree, ancora poco conosciute, a fronte di una natura prepotentemente sovrana e assoluta, le strutture ricettive della zona sono decisamente piĂą spartane e alla buona, nonostante le stelle che esibiscono. Sì, ne sono certa, il mio soggiorno a Ningaloo Reef sarĂ una vacanza all’insegna del dolce non far niente che trascorrerò facendo snorkeling, prendendo il sole, leggendo, passeggiando sulla spiaggia in attesa di assistere ad uno stupendo tramonto a cui seguirĂ una calda notte stellata. Dopo, spero, tanti tramonti e tante calde notti stellate nel West Australia, giungerĂ , purtroppo, il momento di salutare l’amata Australia e, come tutti i commiati da luoghi e/o persone care, un velo di tristezza misto a malinconia mi pervaderĂ come è giĂ successo in passato. lavytontini@yahoo.com |